IL QUARTO SENZA
 + uno


Un noto detto popolare ricorda Padova come "la città dei tre senza", perché in città ci sarebbero: "un caffè senza porte, un prato senz'erba, un Santo senza nome". Il primo "senza" si riferisce al celebre Caffè Pedrocchi, sia per la fama di non aver mai chiuso -nemmeno di notte -dalla sua apertura, il 9 giugno 1831, al 1916, sia per la sua rinomata accoglienza: alle donne spesso venivano regalati fiori, in caso di pioggia improvvisa ai clienti veniva prestato un ombrello e chiunque poteva sedere ai tavoli anche senza ordinare. Il prato senz'erba era Prato della Valle, nell'Ottocento infatti i platani erano diventati così fitti da ostacolare la crescita dell'erba sull'isola. Last but not least, il Santo senza nome non può essere altro che sant'Antonio, ovvero il santo per antonomasia a cui ci si riferisce ormai solo come "al Santo". Eppure io vi assicuro che i "senza" sono almeno quattro in città. Se andate in piazza della Frutta e percorrete fino in fondo il corridoio coperto sotto Palazzo della Ragione in direzione piazza dei Signori, vi dovreste accorgere di una cosa. Anzi, dell'assenza di una cosa. Manca una colonna! Proprio così, se guardate bene qui vedrete un capitello senza colonna. Come mai? Che ne è stato di questa colonna? Le dicerie attribuiscono il furto ai vicentini, ma sembra che in realtà la colonna sia da sempre mancante per permettere un facile accesso al portico di carretti e merci. Elementare, Watson!
       

Padova negli ultimi anni si è arricchita di un quinto senza il Campanile senza Chiesa, in via S.Fermo ove ora sorge una filiale di una Banca in passato ci fu una chiesa poi nel dopoguerra trasformata  in autorimessa/officina e poi ancora in negozio di moda e infine in Banca ma tra i palazzi ancora rimane il campanile ultimo ricordo della chiesa ormai non più visibile assorbita o trasformata in altri edifici


   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori